Quali caratteristiche devono avere i centri di cura qualificati per il trattamento del tumore del fegato?
L’epatocarcinoma (HCC) è una neoplasia che tende a crescere per lungo tempo all’interno del fegato, senza dare metastasi in altri organi. Si tratta in genere di un tumore molto aggressivo ma spesso solo localmente, a differenza di altri tumori che tendono a diffondersi precocemente con metastasi in altri organi. Per questo motivo per l’HCC sono così tante le alternative di trattamento focalizzate sul solo fegato, siano esse di tipo chirurgico o locoregionali ma sempre applicate localmente, su un tumore che appunto ha la caratteristica di rimanere a lungo confinato in una unica sede. Anche il successo ottenuto dal trapianto per HCC si basa sulla alta probabilità che si riscontra in molti casi di rimuovere con l’intero fegato tutte le cellule tumorali presenti nel paziente e non ancora diffuse in altri organi.
Il successo delle terapie e la loro applicazione a stati di tumore diversi non dipende solo da uno schema teorico pur molto ben codificato, ma dalla esperienza, competenza e qualità tecnica degli specialisti nei vari trattamenti, dagli operatori sanitari di assistenza e ricerca sull’HCC e dalla qualità generale dei Centri dove gli interventi vengono eseguiti.
È certamente vero che la prognosi dell’HCC è notevolmente influenzata dalla strategia terapeutica scelta e che in Italia esistono specialisti di alta qualità nei vari aspetti della diagnosi e cura di HCC. Per molto tempo questa malattia è stata seguita sostanzialmente solo dagli epatologi e dai chirurghi ma nel tempo ad essi si sono aggiunti i radiologi interventisti, gli oncologi medici, gli endoscopisti, gli anestesisti-rianimatori, il personale di supporto alle problematiche psicologiche e sociali correlate alle dipendenze da farmaci e tossici ambientali.
Molte terapie come la termoablazione a radiofrequenza o la chemioembolizzazione sono largamente diffuse anche presso Centri non specializzati, mentre altre come la chirurgia laparoscopica di resezione di parte del fegato o la radioembolizzazione richiedono una tecnologia ed una esperienza che sono presenti solo nei centri dedicati. Nei Centri di alta qualità sono inoltre disponibili le più moderne terapie farmacologiche come l’immunoterapia, di cui alcune sono già state approvate per l’utilizzo nella pratica clinica e altre sono disponibili solo all’interno di protocolli di ricerca, che insieme ai risultati sul tumore si preoccupano di migliorare la qualità di vita dei pazienti contenendo gli effetti collaterali di ogni terapia.
L’intera comunità medica di tutti questi specialisti ormai converge sul fatto che la malattia tumorale da HCC e in genere tutte le neoplasie epatiche dovrebbero essere centralizzate in Centri ad alta competenza e ad alto volume di trattamenti e in cui tutte le possibili alternative di cura siano presenti e operative.
È ovvio che è difficile dare indicazioni precise sulle caratteristiche che devono essere possedute dai gruppi clinici che si propongono di diagnosticare e trattare un paziente con tumore epatico; tuttavia, si possono individuare dei parametri generali che ogni paziente e famiglia dovrebbe richiedere a chi si occupa di un tumore epatico. È molto importante rimarcare che queste caratteristiche dovrebbero esser ricercate non solo per i pazienti con malattia in progressione e non più responsiva a trattamenti somministrati in precedenza in strutture di piccole dimensioni o da singoli specialisti pur preparati, ma anche e soprattutto per pazienti con tumore in stadio iniziale o riscontrato occasionalmente nel corso di altri accertamenti.
Un Centro adeguato alla diagnosi e cura di un HCC dovrebbe:
- Avere a disposizione il trapianto di fegato tra le opzioni disponibili direttamente all’interno dell’Ospedale o per tramite di convenzioni ben dimostrabili con i Centri Trapianto di Fegato. Il trapianto di fegato, in quanto procedura ad alta complessità, può essere eseguito solo nei Centri autorizzati dal Ministero della Salute all’interno del Sistema Sanitario Nazionale. Le procedure di accreditamento e di controllo periodico dei Centri sono molto severe e sono loro stesse garanzia di qualità erogata nei confronti dei pazienti. La presenza di un Centro Trapianto è quindi di per sé garanzia di qualità delle terapie erogate per ogni forma di tumore epatico. Come detto, i protocolli più moderni per il trapianto prevedono altre terapie antitumorali da somministrare prima dell’inserimento in lista di attesa per l’intervento ed è cruciale che la scelta di tali terapie venga fatta fin da subito in accordo col Centro Trapianto che prenderà in carico il paziente.
- Avere equipe chirurgiche e radiologiche-interventistiche dedicate alle procedure loco-regionali sul fegato come gli interventi chirurgici (non solo convenzionali ma anche laparoscopici mini-invasivi) o le termoablazioni o le terapie intra-arteriose (chemio- o radioembolizzazioni). Tali procedure dovrebbero esser eseguite con le tecniche più moderne e le attrezzature di ultima generazione e comunque in numero di numerose decine ogni anno.
- Comprendere specialisti epatologi o gastroenterologi e epatologi dei trapianti al fine di gestire al meglio le problematiche della cirrosi o del metabolismo o dell’uso di farmaci specifici anti-virali etc. La preservazione della funzione epatica e il trattamento degli effetti delle varie terapie sul fegato non-tumorale è altrettanto cruciale dell’efficacia di ogni singolo trattamento applicato direttamente al tumore.
- Comprendere specialisti oncologi nel trattamento delle forme avanzate con le nuove generazioni di farmaci e con strategie di combinazione alla immunoterapia.
- Avere a disposizione una medicina nucleare in grado di conservare e trattare radioisotopi (nel caso ad es. dei tumori trattabili con radioembolizzazione).
- Avere attivi all’interno del Centro protocolli di lavoro multidisciplinari ma specifici per l’HCC e avere pubblicato e/o resi pubblici i propri risultati ottenuti su casistiche omogenee di pazienti con questo tipo di tumore. Avere inoltre dato prova di gestire i pazienti con HCC secondo le più importanti linee guida delle Società Scientifiche che si occupano di questa malattia.
- Avere attive partecipazioni a studi clinici o sperimentali sull’HCC, sia in forma diretta o per tramite di rapporti di partecipazione a gruppi di studio ben individuabili, le cui proposte siano state valutate e approvate dai Comitati Etici istituzionali.
- Annoverare al suo interno o in convenzione, forme di assistenza non solo intra-ospedaliera ma anche sociale, psicologica e di supporto alla qualità di vita, anche e soprattutto per tramite di Associazioni e altre Organizzazioni “patient-oriented”, ovvero attente alle esigenze generali dei pazienti e delle loro famiglie.
Così come l’HCC è malattia complessa e variegata nella sua presentazione e cura, allo stesso modo il corpo dei sanitari impegnati nel gestire i pazienti con questo tumore deve essere variegato e interconnesso per poter “personalizzare” al meglio ogni cura pur rimanendo nel solco della migliore strategia proponibile, indipendentemente dalla risorsa locale disponibile ma solo orientandosi al risultato migliore ottenibile sulla quantità e qualità di vita dei pazienti.
Per questo motivo è estremamente importante che un paziente con epatocarcinoma venga riferito ad un Centro specializzato nella cura dell’epatocarcinoma fin dalle prime fasi della malattia. Un centro dedicato deve avere a disposizione tutte le possibili “armi” terapeutiche e tutti gli specialisti coinvolti nella cura della patologia.
Le informazioni fornite nel presente fascicolo informativo sono state elaborate grazie al contributo scientifico del professor Vicenzo Mazzaferro, Direttore S.C. Chirurgia generale indirizzo oncologico 1 (Epato-gastro-pancreatico e Trapianto di Fegato) - Istituto Nazionale Tumori IRCCS, Milano.
Progetto realizzato grazie al contributo non condizionante di Fondazione Roche.
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