Virus dell'epatite B si "nasconde"
Il virus dell'epatite B, responsabile tra l'altro di malattie croniche e cancro del fegato e che solo in Italia colpisce oltre 1 milione di persone, è in grado di 'nascondersi' nell'organismo, aumentando così la probabilità di ammalarsi e risultando, soprattutto, un fattore di rischio per il cancro.
A puntare i riflettori su questa recente scoperta e le sue implicazioni (in Italia sarebbero oltre 1 milione le persone portatrici del virus 'occulto'), gli oltre 200 esperti da tutto il mondo riuniti a Taormina per il Congresso promosso dall'Associazione europea per lo studio del fegato (Easl). "Il virus - afferma il direttore dell'Unità operativa di Epatologia del Policlinico universitario di Messina, Giovanni Raimondo - si trasmette per via ematica o sessuale. La vaccinazione per i bambini è obbligatoria dal 1991 e c'é, dunque, una grande fetta di popolazione non 'coperta' contro questo virus.
Da una serie di studi - spiega l'esperto - alcuni dei quali condotti proprio nel nostro Centro, si è appunto visto che il virus dell'epatite B, riconosciuto e diagnosticato mediante marcatori e analisi tradizionali, può 'nascondersi', ovvero il suo Dna può persistere nelle cellule umane anche senza che i marcatori ne evidenzino la presenza". Il virus, in altre parole, rimane 'silente' nell'organismo senza dare segni della sua presenza o problemi evidenti, e dunque senza che il soggetto sospetti di esserne stato colpito. Le conseguenze sono gravi: ad esempio, sottolinea l'esperto, una trasmissione del virus ('silenté nel soggetto ma che può improvvisamente riattivarsi) a seguito di donazione di organi o trasfusione di sangue.
Inoltre, il virus può aggravare altre malattie epatiche già presenti in un individuo, favorire la progressione della patologia in cirrosi e, soprattutto, può risultare fattore di rischio per l'insorgenza del cancro. Si stima, rilevano gli epatologi, che solo in Italia oltre un milione di persone presenti la cosiddetta infezione occulta da virus dell'epatite B. L'obiettivo ora, conclude Raimondo, "é continuare nella Ricerca al fine di mettere a punto test sempre più sofisticati e sensibili, per arrivare a 'scovare' il virus oggi ancora in grado di sfuggire agli esami diagnostici".