Una procedura innovativa per ridurre l'adenoma epatico: l'importante intervento a Cittadella

L’adenoma epatico è un tumore benigno che, quando supera i cinque centimetri di diametro, comporta un rischio significativo di emorragia e di trasformazione maligna
È stato eseguito all'Ospedale di Cittadella un intervento di riduzione mediante embolizzazione di un adenoma epatico, una procedura innovativa che apre nuove nel trattamento di questa rara ma insidiosa patologia del fegato.
L’approccio si ispira all’esperienza del gruppo parigino guidato dal professor Safi Dokmak, con il quale il dottor Alfonso Recordare, direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia di Cittadella, mantiene da anni un rapporto di collaborazione scientifica e personale molto stretto.
L’adenoma epatico è un tumore benigno che, quando supera i cinque centimetri di diametro, comporta un rischio significativo di emorragia e di trasformazione maligna. Fino ad oggi, la chirurgia rappresentava l’unica via terapeutica per le lesioni di grandi dimensioni, tuttavia l’approccio sviluppato a Parigi ha dimostrato che l’embolizzazione selettiva può ridurre significativamente il volume della lesione, portandolo al di sotto della soglia di rischio e azzerando virtualmente il pericolo di complicanze.
Questa tecnica, che non è mai stata riportata in Italia, è stata eseguita a Cittadella su una giovane veneta, studentessa di Medicine. Il trattamento è stato preceduto da una biopsia epatica, eseguita per escludere la presenza di varianti istologiche ad alto rischio di trasformazione maligna, garantendo così l’appropriatezza e la sicurezza dell’approccio conservativo. Come afferma il dottor Recordare «è importante sottolineare che "in altri contesti clinici, l’embolizzazione dell’adenoma epatico viene talvolta utilizzata come soluzione temporanea, in attesa dell’intervento chirurgico.
In questo caso, invece, l’obiettivo era completamente diverso: l’intento era quello di trattare in modo definitivo la lesione, evitando la chirurgia grazie alla riduzione volumetrica indotta dall’embolizzazione stessa, secondo un modello già validato dall’esperienza parigina. Peraltro una tecnica simile si usa adesso pre il trattamento degli angiomi permagni, e, dopo alcune esperienze preliminari molto incoraggianti che abbiamo già portato all’attenzione della comunità scientifica, stiamo adesso sottoponendo il protocollo di ricerca al nostro Comitato Etico per l’approvazione».
Fonte: padovaoggi.it