Strategie per la sorveglianza e cura dei tumori del fegato a Bracciano

Sabato 31 maggio si è svolto a Bracciano un importante evento organizzato dal dipartimento di Prevenzione della ASL Roma 4 di concerto con le unità operative di Oncologia, Medicina Interna e Diabetologia: “Diagnosi e gestione dei tumori del Fegato – Un modello di integrazione di reti per la cura e la prevenzione sul territorio”.
Il convegno ha visto una grande partecipazione di addetti ai lavori con la sala conferenze “Bastianelli” piena. L’evento ha avuto inizio con il saluto istituzionale della dr.ssa Simona Ursino, direttore sanitario della ASL Roma 4 e del Dr. Marco Crocicchi, sindaco di Bracciano, comune capofila del distretto, che ha evidenziato l’importanza di eventi come questo convegno che nobilitano il territorio del lago di Bracciano.
Gli argomenti trattati, brillantemente predisposti dai responsabili scientifici del convegno: Dr. D’Andrea, responsabile dell’Oncologia, dr. Gimignani, responsabile della Medicina Interna, dr. Santantonio, responsabile della Diabetologia e dal dr. Ugolini, del dipartimento di prevenzione della ASL Roma 4, hanno definito lo stato dell’arte nella cura dei tumori del fegato evidenziando i notevoli progressi ed i cambiamenti della strategia preventiva e terapeutica per tale patologia.
Oltre il 70% dei tumori primitivi del fegato è legato a fattori di rischio connessi all’infezione da virus dell’epatite C (HCV). Anche il contagio da virus dell’epatite B (HBV), l’abuso di bevande alcoliche, il diabete, l’obesità e il fumo possono inoltre essere fattori favorenti. Questi aspetti indicano come la possibilità di intercettare i pazienti prima che diventino tali costituisce un terreno fondamentale per diminuire l’incidenza dei tumori del fegato o di diagnosticarli precocemente in modo da poter proporre cure più efficaci. Questo è un versante importante e strategico in queste patologie, a questo proposito, come hanno specificato nelle loro relazioni la dr.ssa Covacci, il dr. Montalto, la dr.ssa Polimeni e la dr.ssa Martuscelli, la ASL Roma 4 sta affrontando questa patologia sul terreno della prevenzione e sulla sorveglianza dei pazienti ad alto rischio offrendo ambulatori al momento presso l’ospedale di Bracciano ma a breve anche sul territorio. Un esempio è l’ambulatorio di sorveglianza delle epatopatie sito al padre Pio dove vengono indirizzati tutti i pazienti afferenti alle reti di diabetologia, di epatologia e di oncologia che presentano un rischio elevato per lo sviluppo di tumori del fegato (oltre alla visita specialistica vi vengono praticate ecografia con mezzo di contrasto e procedure invasive diagnostiche). Un ambulatorio di pre-screening verrà, inoltre, aperto quanto prima a Ladispoli in rete con gli altri servizi territoriali (tra cui il SERD) e con il terzo settore, al fine di individuare precocemente lesioni epatiche in soggetti fragili o in individui a rischio ma che difficilmente vengono intercettati dal SSN.
Il convegno ha poi affrontato e definito le nuove linee terapeutiche per la cura dei tumori del fegato. Il dr. Cereda, oncologo della ASL Roma 4 e il dr. Giannelli epatologo dell’azienda sanitaria S. Camillo-Forlanini, hanno illustrato la grande rivoluzione in atto nel percorso terapeutico di questi pazienti che dispone ormai di molte terapie farmacologiche non disponibili fino a pochissimi anni. Inoltre si è evidenziato come attraverso la collaborazione di molti specialisti (oncologo, epatologo, chirurgo, radiologo interventista, radioterapista e farmacista) si riesca ad affrontare e definire il percorso ottimale per ogni singolo paziente includendo, in alcuni casi, anche il trapianto di fegato. In questo modo è stata presentata la “rete” per le patologie del fegato della nostra ASL che avrà come riferimento proprio l’ospedale Padre Pio di Bracciano in collegamento con i servizi territoriali, terzo settore e i medici di medicina generale della ASL Roma 4.
Il convegno si è concluso con un cenno alle prospettive future con molte opzioni terapeutiche in sperimentazione che hanno già dato risultati più che promettenti.
Un momento di aggiornamento molto utile a tutti i professionisti che a vario titolo si trovano ad intercettare questi pazienti che ora possono essere indirizzati ad una “rete diagnostico-terapeutica” multidisciplinare che può affrontare tutte le fasi di questa importante patologia che rappresenta ancora una delle prime cause di morte per cancro in Italia e che con l’approccio multidisciplinare, come è stato evidenziato da tutti i relatori, può essere affrontata al meglio.
Fonte: lagone.it