Infanzia. Nei primi mille giorni di vita si addestra il sistema immunitario: ecco come il microbioma riscrive la prevenzione

“Se disturbato, da un parto cesareo non necessario, un’alimentazione sbilanciata o un uso eccessivo di antibiotici, il sistema immunitario può essere programmato male e diventare iperattivo, favorendo infiammazioni croniche. Intervenire sul microbioma significa prevenire malattie quanto i vaccini”. Dalla Società Italiana di Pediatria, le azioni per prevenire le infiammazioni croniche.
C’è un istruttore invisibile che allena il nostro sistema immunitario fin dalla nascita: il microbioma. Ma come in ogni “addestramento”, tutto dipende dal momento in cui inizia. E nei primi mille giorni di vita. dal concepimento ai due anni, quell’addestramento può fare la differenza tra salute e malattia.
A spiegarlo è il prof. Alessio Fasano, Direttore del Mucosal Immunology and Biology Research Center del Massachusetts General Hospital di Harvard e tra i massimi esperti mondiali nel campo delle interazioni tra microbioma, sistema immunitario e malattie infiammatorie croniche. Nella sua Lectio Magistralis al Congresso della Società Italiana di Pediatria, Fasano propone un vero cambio di paradigma: “Agire sul microbioma nei primi due anni di vita è una forma di prevenzione primaria comparabile a quella delle vaccinazioni. Significa programmare un sistema immunitario capace di distinguere ciò contro cui combattere da ciò che va tollerato”.
Una rivoluzione silenziosa che parte dall’intestino Finora si è parlato molto di microbioma, ma raramente lo si è collegato con tanta precisione alla “finestra critica” dei primi mille giorni. “È in questo periodo che si costruisce un equilibrio duraturo tra organismo e microbi. Se disturbato – da un parto cesareo non necessario, un’alimentazione sbilanciata o un uso eccessivo di antibiotici – il sistema immunitario può essere programmato male e diventare iperattivo, favorendo infiammazioni croniche” se geneticamente predisposti, spiega Fasano.
Allergie, obesità, celiachia, diabete di tipo 1, ma anche disturbi del neurosviluppo come autismo e ADHD, sono alcune delle condizioni sempre più diffuse in età pediatrica che - secondo la ricerca - possono trovare origine proprio in una “disbiosi” precoce.
Cosa possiamo fare già oggi Le evidenze scientifiche non mancano. E alcune azioni sono già alla portata di pediatri e famiglie:
- Favorire il parto vaginale quando possibile: il neonato eredita un microbioma “selezionato” e compatibile con il proprio profilo genetico.
- Limitare l’uso non necessario di antibiotici, soprattutto nei primi due anni di vita: molte infezioni virali non richiedono trattamenti antibiotici, che possono alterare l’equilibrio del microbioma.
- Promuovere l’allattamento materno ed in genere un’alimentazione sana e ricca di fibre, già dallo svezzamento: “Quello che mangiamo noi, lo mangiano anche i nostri microrganismi. E se diamo ‘cibo spazzatura’, nutriamo i batteri sbagliati”, sottolinea Fasano.
- Evitare stress eccessivo e abitudini troppo occidentalizzate nei primi mesi di vita, quando il microbioma è ancora in costruzione e cerca un “accordo” con l’organismo.
“Questi risultati rafforzano ulteriormente la centralità dei primi mille giorni di vita nello sviluppo della salute futura. È in questo arco di tempo che pediatri e genitori possono, insieme, costruire le basi di un sistema immunitario sano. Ai pediatri spetta il compito di guidare e orientare, alle famiglie quello di mettere in pratica scelte consapevoli: dall’alimentazione all’uso responsabile degli antibiotici, fino allo stile di vita. È un’alleanza che può fare davvero la differenza”, sottolinea il Presidente della Sip, Rino Agostiniani.
Verso una medicina su misura: il microbioma come marcatore precoce di rischio Ma il futuro si spinge ancora oltre. La grande sfida è quella di passare da un approccio empirico a una medicina di precisione su base microbica. “Non possiamo pensare di somministrare lo stesso probiotico a tutti: serve un’analisi personalizzata e mirata, per sapere quali batteri mancano e come ripristinarli”, riprende Fasano.
Le tecnologie per farlo già esistono, ma sono ancora costose e poco accessibili. Analizzare in dettaglio il microbioma costa oggi più di mille euro, e pochi professionisti sono formati per interpretare i dati. “Quando il sequenziamento del microbioma costerà come un’analisi standard delle feci – e succederà presto – allora avremo in mano uno strumento potentissimo: il microbioma diventerà un vero marcatore precoce di rischio per molte malattie croniche”, conclude Fasano.
Un nuovo terreno per la prevenzione Si sta aprendo quindi una nuova fase della prevenzione: non solo infezioni, ma anche infiammazioni croniche, disturbi del metabolismo e del neurosviluppo. Il microbioma non è più un argomento di ricerca di nicchia: è il terreno su cui si costruisce oggi la salute di domani. La medicina pediatrica ha già contribuito a sconfiggere le grandi infezioni attraverso la prevenzione primaria con l’uso di vaccini. Ora deve raccogliere la seconda sfida: prevenire le malattie infiammatorie croniche intervenendo nei primi anni di vita, sul microbioma. È una rivoluzione già in atto.
I cinque pilastri dell’infiammazione cronica precoce Secondo il prof. Alessio Fasano, sono 5 i pilastri che trasformano una predisposizione genetica in malattia conclamata. Due di questi – microbioma e barriera intestinale – sono modificabili, ed è lì che possiamo agire.
- Genetica. È il patrimonio ereditario con cui nasciamo. Non si può cambiare, ma da solo non determina la comparsa delle malattie multifattoriali.
- Fattori ambientali. Inquinamento atmosferico, cambiamenti climatici, stress cronico: elementi spesso fuori dal controllo individuale, ma con forte impatto pro-infiammatorio.
- Permeabilità intestinale. Quando la barriera intestinale è compromessa, sostanze nocive possono entrare in circolo e attivare una risposta immunitaria inappropriata.
- Sistema immunitario iperattivo. Se programmato male nei primi anni di vita, reagisce anche in assenza di reali minacce, favorendo uno stato di infiammazione cronica.
- Microbioma. È uno degli elementi più influenzabili. Nei primi 1.000 giorni di vita, fattori come parto cesareo, uso di antibiotici, alimentazione e stile di vita (incluso una vita sedentaria, uso indiscriminato di dispositivi elettronici, o igiene del sonno) possono alterarlo o favorirne l’equilibrio. Un microbioma in salute aiuta a modulare correttamente la risposta immunitaria.
Fonte: quotidianosanita.it