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Immunoterapia combinata per il tumore al fegato: parere positivo del Chmp per nivolumab e ipilimumab

Raccomandazione positiva del Comitato per i Medicinali per Uso Umano (Chmp) dell'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) per l'approvazione della combinazione di nivolumab e ipilimumab come trattamento di prima linea per pazienti adulti con carcinoma epatocellulare (HCC) non resecabile o avanzato. Questa decisione si basa sui risultati dello studio di fase 3 CheckMate -9DW, che ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza globale rispetto alle terapie convenzionali come lenvatinib o sorafenib.

Il parere del Chmp sarà ora esaminato dalla Commissione Europea, l'organo responsabile dell'approvazione finale dei farmaci nell'Unione Europea. Secondo Dana Walker, vice- presidente del programma globale Opdivo di Bristol Myers Squibb, questa raccomandazione rappresenta un importante progresso per offrire nuove opzioni terapeutiche ai pazienti affetti da HCC avanzato.

L'attivazione del sistema immunitario può provocare reazioni avverse immunomediate (irAE), che possono coinvolgere qualsiasi organo o tessuto e manifestarsi anche dopo la sospensione del trattamento. Le irAE possono essere gravi o fatali, rendendo cruciale il monitoraggio precoce e la gestione tempestiva.

Il monitoraggio clinico e laboratoristico è fondamentale. Occorre valutare periodicamente enzimi epatici, creatinina, ACTH e funzionalità tiroidea.

I risultati dello studio CheckMate -9DW

Lo studio CheckMate -9DW, presentato nel giugno 2024 all'annual meeting dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO), ha coinvolto circa 668 pazienti randomizzati a ricevere la combinazione di nivolumab (1 mg/kg) e ipilimumab (3 mg/kg) ogni tre settimane per un massimo di quattro dosi, seguiti da nivolumab in monoterapia (480 mg ogni quattro settimane), oppure a ricevere lenvatinib o sorafenib come terapia di controllo.

I risultati hanno mostrato una sopravvivenza globale mediana di 23,7 mesi per i pazienti trattati con la combinazione immunoterapica, rispetto ai 20,6 mesi del gruppo di controllo. Questo beneficio si è osservato in diversi sottogruppi clinicamente rilevanti, con un hazard ratio di 0,79 (p=0,018), indicando una riduzione del rischio di morte del 21%. Il profilo di sicurezza della combinazione è risultato coerente con i dati già noti, senza nuovi segnali di allerta.

Meccanismo d'azione: come agiscono nivolumab e ipilimumab

Nivolumab è un inibitore del checkpoint immunitario PD-1 (programmed death-1), progettato per riattivare la risposta immunitaria antitumorale del paziente. Bloccando l'interazione tra PD-1 e i suoi ligandi, nivolumab consente ai linfociti T di riconoscere e attaccare le cellule tumorali.

Iipilimumab, invece, è un anticorpo monoclonale che inibisce il CTLA-4 (cytotoxic T-lymphocyte-associated antigen-4), un altro regolatore negativo dell'attività dei linfociti T. Il blocco di CTLA-4 favorisce l'attivazione e la proliferazione delle cellule T, potenziando la risposta immunitaria contro il tumore. La combinazione di questi due farmaci agisce in sinergia per amplificare l'attività antitumorale del sistema immunitario.



Il carcinoma epatocellulare: una sfida oncologica globale

Il carcinoma epatocellulare rappresenta circa il 90% dei casi di tumore al fegato, posizionandosi come la terza causa di morte per cancro a livello mondiale. La diagnosi avviene spesso in stadi avanzati, quando le opzioni terapeutiche sono limitate e la prognosi è sfavorevole. Fattori di rischio principali includono le infezioni croniche da virus dell'epatite B e C, ma anche la steatoepatite non alcolica e la sindrome metabolica stanno emergendo come cause rilevanti.

Fino al 70% dei pazienti sperimenta una recidiva entro cinque anni, soprattutto se già a rischio elevato dopo chirurgia o ablazione. In questo contesto, l'introduzione di nuove combinazioni immunoterapiche come quella di nivolumab e ipilimumab rappresenta una speranza concreta per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti.

Fonte: pharmastar.it

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